Barcellona, 14/09/24
Il 14 settembre, in occasione del congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO 2024), a Barcellona, sono stati illustrati gli importanti progressi nella comprensione della biologia dei tumori del colon nei pazienti dello studio PEGASUS. I ricercatori hanno scoperto che grazie alla biopsia liquida, tecnologia impiegata anche nello studio SAGITTARIUS che consente di individuare e analizzare minime tracce di tumore nel sangue, potrebbe essere possibile conoscere meglio le caratteristiche biologiche dei tumori al colon che presentano micrometastasi, rendendoli più semplici da curare.
Questo progetto di ricerca è frutto del lavoro di un gruppo internazionale di oltre 20 ricercatori*. “La lista è lunga, ma anche se solo uno di noi sale sul podio, il riconoscimento va condiviso con tutti, perché studi olistici come questo sono possibili solo grazie alla collaborazione tra diversi specialisti ed enti” hanno sottolineato Alberto Bardelli, Direttore Scientifico di IFOM, e Salvatore Siena, Direttore del Dipartimento di Ematologia Oncologia e Medicina Molecolare e del Niguarda Cancer Center del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (Milano) e Professore e Direttore della Scuola di Specializzazione di Oncologia Medica dell’Università degli Studi di Milano.
La rilevanza dei risultati dello studio PEGASUS
Attualmente, tutte le persone con un cancro al colon che subiscono la rimozione di parte del colon devono essere poi sottoposte a chemioterapia, un trattamento che ha effetti collaterali che incidono gravemente sulla qualità di vita del paziente. Lo studio PEGASUS aveva già dimostrato che la biopsia liquida consente di dividere i pazienti in due categorie: quelli che hanno un tumore cosiddetto “born to be bad”, in cui restano micrometastasi dopo la chirurgia e che quindi devono ricevere ulteriori trattamenti, e quelli che hanno un tumore “born to be good”, ovvero che non sono micrometastatici e quindi potenzialmente non hanno bisogno di ulteriori terapie. Questi risultati erano stati presentati al congresso ESMO 2023.
Lo studio PEGASUS ha però anche una componente traslazionale, ovvero che indaga le caratteristiche biologiche del cancro direttamente a partire dai tumori dei pazienti. Questo consente di decodificare le caratteristiche dei tumori che determinano la diversa evoluzione della malattia e la diversa risposta alla terapia in pazienti apparentemente identici.
I primi risultati traslazionali dello studio PEGASUS
I risultati dello studio presentati al congresso quest’anno mostrano che la biopsia liquida non serve solo a guidare il trattamento, ma è anche un modo per capire quali sono le caratteristiche dei tumori micrometastatici.
“Usando la trascrittomica, cioè gli RNA, abbiamo individuato notevoli differenze tra i tumori ‘born to be bad’ e i tumori ‘born to be good’” ha commentato Enzo Medico, Direttore del Laboratorio di Oncogenomica presso l’Istituto di Candiolo IRCCS e professore presso l’Università degli Studi di Torino, che ha presentato i dati al congresso. “I risultati dello studio hanno mostrato che queste ‘firme’ aiutano a capire quale sarà la prognosi del paziente sin dall’inizio, prima della terapia, con un’accuratezza del 70%” ha spiegato Sara Lonardi, che dirige l’Unità di Oncologia Medica 1 presso l’Istituto Oncologico Veneto IRCCS ed è Principal Investigator di PEGASUS.
“Questo è solo l’inizio” ha commentato Silvia Marsoni, Head of the Unit of Precision Oncology presso IFOM e Coordinatrice Scientifica del progetto PEGASUS e del progetto SAGITTARIUS. “Tra qualche mese potremmo essere in grado di differenziare completamente queste due entità biologiche. Infatti, oltre all’RNA, in questi campioni stiamo indagando anche molte altre caratteristiche: dal genoma, l’insieme dei geni, alla proteomica, l’insieme delle proteine che derivano da tali geni, e altre ancora. Solo la somma di tutte queste informazioni ci permetterà di decifrare la complessità molecolare dei tumori micrometastatici, aiutando i ricercatori a individuare nuove vulnerabilità della malattia fino a oggi sconosciute, grazie alle quali potrebbe essere possibile sviluppare nuove terapie” ha concluso Marsoni.
PEGASUS è alla base del progetto SAGITTARIUS, finanziato da Horizon Europe. Basandosi sull’esperienza dello studio PEGASUS, lo studio SAGITTARIUS valuterà l’uso della biopsia liquida per rilevare la presenza di cancro del colon nei pazienti dopo l’intervento chirurgico, guidare il trattamento post-chirurgico dei pazienti e personalizzare l’approccio terapeutico. Per saperne di più su SAGITTARIUS:
- Visita il sito https://sagittarius-horizon.eu/ e scarica infografiche, schede informative e altri materiali in questa sezione: https://sagittarius-horizon.eu/it/risorse/;
- Importanti novità verranno pubblicate anche sul sito di SAGITTARIUS, nella newsletter e sui profili social: LinkedIn, Facebook, X, Instagram, YouTube.
- Per organizzare interviste, contattare i responsabili della comunicazione e delle relazioni con i media di SAGITTARIUS all'indirizzo info@sagittarius-horizon.eu
* Enzo Medico (Istituto di Candiolo IRCCS e Università degli Studi di Torino), Francesca Meteora Buffa (Università Bocconi, Milano), Claudio Isella (Istituto di Candiolo IRCCS e Università degli Studi di Torino), Caterina Marchiò (Istituto di Candiolo IRCCS e Università degli Studi di Torino), Geri Skenderi (Università Bocconi, Milano), Luca Lazzari (IFOM ETS, The AIRC Institute of Molecular Oncology, Milano), Michele Prisciandaro (Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano), Sara Lonardi (Istituto Oncologico Veneto IRCCS), Noelia Tarazona Llavero (Hospital Clínico Universitario de Valencia), Clara Montagut Viladot (Hospital del Mar, Spain), Andrea Sartore-Bianchi (Centro Oncologico Niguarda e Università degli Studi di Milano), Maria Giulia Zampino (Istituto Europeo di Oncologia, Milano), Maria Elena Élez Fernandez (Vall d'Hebron University Hospital, Barcellona), Cristina Santos Vivas (L'Hospitalet de Llobregat, Spain), Mario Mandalà (Università degli Studi di Perugia), Stefano Tamberi (Ospedale Santa Maria delle Croci, Ravenna), Alexandre Calon (Hospital del Mar, Barcellona), Andres Cervantes (Hospital Clínico Universitario de Valencia), Salvatore Siena (Niguarda Cancer Center e Fondazione Oncologia Niguarda, Milano), Alberto Bardelli (Dipartimento di Oncologia, Università degli Studi di Torino e IFOM ETS, The AIRC Institute of Molecular Oncology, Milano) e Silvia Marsoni (IFOM ETS, The AIRC Institute of Molecular Oncology, Milano).